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librio. Questo servirebbe a congetturare su quali derrate vi potrà essere crescente movimento. E sarà ad aggiugnersi al Prospetto del movimento medio attuale di merci e persone sulla direzione della linea ferrata.

43.

Quanto al tempo necessario a compiere sì vasta impresa, si pensi all’interesse perduto dei capitali impiegati nelle prime annate, i quali non possono dar pieno frutto che ad opera compiuta. E qui appare il maggior vantaggio della linea della città: 1.° perchè anche un breve tronco potrà servire se non altro fra due città e produr qualche frutto; 2.° perchè in caso d’impresa interrotta e manca, le città attigue avrebbero una spinta a rianimare il progetto colle forze proprie, mentre una strada su una linea campestre abbandonata una volta, non troverebbe più misericordia, 3.° perchè le città o per interesse, o per imitazione prenderebbero fervore all’impresa, e concorrerebbero alla compera delle azioni, la quale non è la parte più facile dell’impresa in un paese come il nostro avvezzo a speculazioni minute, gelose, solitarie e sospettoso d’ogni impiego che non porti seco cadastrino, attestato d’ipoteche, ampio margine e cognizione perfetta delle persone.

44.

L’espropriazione dei possessori dei fondi necessarj alla linea è questione di gran conseguenza in Inghilterra per lo stato antiquato di quella legislazione civile che ha preferito l’arbitrio selvatico del possidente alle esigenze sociali. Ma da noi ove da tempo immemorabile vige il diritto di passar con un canale attraverso i fondi di chicchessia purchè si presti al proprietario il previo legale compenso, il passaggio coattivo di una strada diventa una mera applicazione di un principio eminente, consacrato dal senno dei nostri avi e dal precetto delle più recenti legislazioni. È a questo fecondissimo principio che noi dobbiamo quell’ammirabile sistema d’irrigazione che rende la nostra terra la più ubertosa del mondo. E questo principio maturamente e saggiamente assecondato ci può guidar oltre a un più eccelso grado di comune prosperità.