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Nell’interesse degli imprenditori per ciò che riguarda il commercio estero, la strada da Trieste a Venezia se passasse per Udine, o anche solo per Palma, formerebbe una costosissima curva, e precisamente un arco semicircolare a cui la linea del tragitto marittimo servirebbe di corda. Pel trasporto dei viaggiatori ella avrebbe a lottar col vapore; pel trasporto delle grosse merci ella avrebbe a lottare col cabottaggio, al quale non avrebbe ad opporre che la spesa di scarico e ricarico dai carri alle navi. Quindi sarebbe un mero supplemento alla navigazione e un rimedio per i casi urgenti e i giorni burascosi.
Per ciò che riguarda la circolazione interna chi non sa che quella è la parte del regno meno copiosa di prodotti agrarj, di manifatture e di case mercantili? La popolazione poi quantunque del doppio più scarsa che in altre nostre provincie, è pur costretta a recarsi in cerca di lavoro nelle regioni vicine, cosicché le braccia già poche al bisogno divengono più poche ancora. Quel paese sembra dover raccogliere assai maggior beneficio dalla moltiplicazione delle strade comunali, le quali prepareranno i ruscelli che devono confluire a suo tempo nel commercio centrale di una strada di ferro.
Se poi la strada per amor di brevità dovesse lasciar a parte la presente linea stradale, lasciar in secco Udine e dirigersi verso Aquileia e Concordia, non solo perderebbe tutte le communicazioni fra i luoghi più popolati della Trevisana e del Friuli, ma si andrebbe a conficcare in un labirinto d’acque e di pantani, in mezzo a lagune senza popolo e non so qual tesoro basterebbe a spingerla a salvamento. Questo progetto di strada ferrata non è adunque così promettente che convenga a trasceglierlo per una prima prova.
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Quanto alla linea da Vienna a Trieste ella è inviluppata in tante diramazioni di monti che forse nessuna regione d’Europa presenta un’area più ribelle a questo genere di lavori. Sarà maggior lode giungerne a compimento. Ma certo un paese che voglia sostenere la sua potenza industriale e pecuniaria a fronte