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Supponendo il ferro estero e il ferro nostrale a egual prezzo, il doverne fornir tanta copia straordinariamente e in breve tempo, potrebbe già recar disordine all’andamento generale dei nostri consumi e delle nostre arti. Che se poi il ferro nostrale dovesse costare il doppio del ferro estero, come è assai probabile: sarebbe una vera follia prodigare i milioni per sacrificare a una meschina e falsa idea i nostri comodi, la salute e gli avviamenti della industria generale. Se vogliamo dar valore alla nostra produzione, bisogna facilitare i cambj. Posto che noi consumiamo i nostri legnami a far bollire la seta da ornarne tutta l’Europa: è un compenso naturale che l’Europa consumi del suo carbone a cuocere il ferro per i nostri straordinarj bisogni. Certamente l’uso che facciamo noi del combustibile come sussidio alla produzione serica è molte volte più proficuo di quello ch’essa fu del suo; e noi dobbiam pensare a far della roba nostra quell’uso che si possa migliore. Nel caso poi che dovesse fra noi surgere qualche altra simile impresa prima che questa fosse compiuta, nascerebbe anche l’incalcolabile incarimento di una concorrenza pressante. Comprate adunque il ferro di Carintia, d’Ungheria, di Svezia, di quel paese qualunque da cui potete averlo a un millesimo di meno: pensate a far la vostra strada, e non ad essere i mecenati dei fornaciaj. Age quod agis.

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Con ciò non si arreca pregiudizio ai fonditori nostrali. Essi non hanno fatto preparativi; non hanno preso impegni; non perdono alcun avviamento o alcuna fondata aspettativa. Noi abbiam dovere di far risparmio del nostro combustibile e aver riguardo ai nostri bisogni e alle necessità del povero e dell’artigiano. L’impresa è gia benefica per loro più che per gli altri; perché le loro manifatture come più pesanti di tutte in proporzion di lavoro, guadagnano più di tutte sull’agevolato trasporto. Del resto i soli accessorj delle opere darebbero loro occupazione vivissima; le rotaje declivi nell’interno delle valli potrebbero divenire loro privata impresa, e la riparazione della strada, delle macchine e dei rotanti aprirebbe una nuova e perpetua fonte di lavori.