Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
26 |
sia desso il ponte di navi costrutto dallo stolido Massenzio in sul Tevere, poco al disopra del ponte Molle, per tendere agguato a Costantino ed al suo esercito; che poi tornò a danno e ruina di Massenzio medesimo (Euseb. H. E. ix, 9: vit. Const. i, 38; Aurel. Victor de Caesarib. xl, 23; Epit. xl, 7; Zosim. hist. ii, 15). L’effigie poi di quel ponte, che vedesi rappresentato anche nell’arco trionfale di Costantino Magno (Bellori, tab. 46 ), troppo ben si connette con la testa del Genio del POPulus ROMANVS, posta nel ritto della medaglia; poiché, per usare delle parole del suo panegirista, illum (Maxentium) eodem, quo extinxerat loco tenuit (Tiberis), ne diu POPVLI ROMANI Laetitia dubitarci: — reperto igitur, et trucidato corpore, universus in gaudia et vindictam POPVLVS ROMANVS exarsit (viii panegyr. c. 17, 18 ).
L’altra delle due sovra accennate monete di Costantino fu pubblicata dall’Eckhel (catal. Mus. Caes. P. ii p. 560), che così lo descrive (t. viii p. 91):
IMP CONSTANTINVS MAX AVG. Busto galeato di Costantino a s. con asta nella d. appoggiata alla spalla, e con lo scudo nella s.
)( VOTA ORBIS ET VRBIS SEN ET P R. Cippo, nel quale è scritto XX XXX AVG, collocato sopra una base quadrata; nell’imo, AQS. Arg. m. m.
L’Eckhel omise di avvertire la sigla ∞ delineata nella base quadrata, che sorregge il cippo insignito de’ numeri de’ voti xx e xxx dell’Augusto fatti dall’orbe, dall’Urbs, dal Senato e dal Popolo Romano. La detta sigla ricorre parimente nella base quadrata sostenente un simile cippo de’ voti X di Licinio in moneta di quel collega di Costantino, impressa nel 317 (Trésor de num. Emper. Rom. pl. lvii, 2). Credo che esprima senza meno il numero millenario, ed i voti concepiti così