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ostante le asserzioni del Mazzoleni e del Toderini, venne rigettato fra gli adulterini dal sommo Eckhel (viii p. 84) e da altri1.
3. CRISPVS NOB CAES. Busto trabeato laureato di Crispo a s. con la d. stesa ed aperta, e con lo scettro aquilifero nella s.
)( SALVS ET SPES X R PVBLICAE. Figura togata nimbata sedente di prospetto in trono, con alto sgabello sotto i piedi, in atto di parlare colla d. alzata, tenendo nella s. una Croce latina; dall’uno e dall’altro lato di essa sta una figura paludata laureata appoggiata con una mano all’asta in atto di riguardarla e di ascoltarla: nell’esergo, S P. Æ. m. m.
Questo medaglione, che comparve in Roma verso la fine del secolo xvi, fu dal ven. Cardinale Baronio omesso nella prima edizione de’ suoi Annali Ecclesiastici a riguardo d’alcuni esperti antiquarii, che lo reputavano falso o ritoccato da mano moderna. Nella seconda edizione della sua grande opera egli lo riportò (ad ann. 324 n. xiii-xvi) appoggiandosi all’autorità di Fulvio Orsino, che lo dichiarò sincero e ne fece acquisto. Fu poscia riprodotto dal Gretsero, dal Du-Cange e dal Bandurio (t. ii. p. 323-324), che nel riverso volea leggere SALVS ET SPES REI PVBLICAE, e vi ravvisava Costantino sedente in trono fra’ suoi due maggiori figliuoli Crispo e Costantino giuniore stanti paludati. Egli rimanda il lettore al riscontro di altro analogo medaglione di bronzo edito dal Vaillant, e da lui riportato (p. 256); il quale fu di recente fedelmente riprodotto dal ch. Lenormant (Trésor de num. Icon. des Emper. pl lviii, 1), ed è come segue:
- ↑ Nelle monete sincere di Costante, dì Vetranione e di Gallo leggesi HOC SIGNO VICTOR ERIS, che è un bel verso settenario adatto al canto militare.