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dema usato da Costantino Magno ( p. 79 ) avesse avuto presenti alla mente le sovra riferite parole di S. Ambrogio, penso che non avrebbe ripreso, come fece, di ambizione il pio Augusto. Anche la taccia che gli dà di avere presunto di equipararsi al Magno Alessandro col fare ritrarre nella moneta la sua testa in atto di riguardare il Cielo, parmi insussistente; poiché cotale particolarità non sincontra nelle monete di Costantino se non che nell’ultimo decennio del suo Impero, quando egli dovea presentire non molto lontana la fine de’ suoi giorni; laddove se fosse originata da umana ambizione, sarebbesi mostrata assai prima quand’egli era in pieno vigore e prosperità. Eusebio (Vita Const. IV, 15) ne attesta, che Costantino volle essere ritratto nelle sue monete d’oro in atto di riguardare il Cielo e di avere la mente a Dio; e veduto abbiamo di sopra come le monete confrontano in altri particolari colle parole del grande storico. Egli aggiunge, che Costantino vedevasi dipinto nel vestibolo della reggia colla faccia rivolta al Cielo e con le braccia stese in atto di chi prega; il quale ultimo atteggiamento non può per fermo tacciarsi di ambizione, né di affettata imitazione del grande conquistatore Macedone.

21. DIVO COSTANTINO P (Patri). Testa velata laureata

)( AETERNA PIETAS. Figura galeata paludata stante con asta nella d. e con globo sormontato dal monogr. nella s. Æ. iv.

18. Altre simili senza il monogramma di Cristo, ma con Croce nel campo a d. od a s.1. Æ. iv.

Il globo terracqueo sormontato dal monogramma di Cristo mostra come sotto l’Impero del pio Augusto la

  1. Bandurio (t. ii p. 267, 268) Tanini (p. 276), Eckhel (viii p. 92).