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— O che pesce sìa questo ragureo!

Dunque, tornando a noi.

— A me ? sbarazzi la piazza della sua persona o l’ausso la linguaccia di Emilio ! Ma, insomma cosa desidera da un trippone par mio?

Le vostre buone grazie.

— Figuriamoci! Io sono un paol di trentotto, lei è un palancone dell’Argentina; non ci resta che farci acceare e andare a cantar di storie. Saltando di palo in frasca, e facendo un altro volettino dalla frasca al palo, come vanno gli affari?

Nessuno è contento dei propri interessi; il macellaro si trova sgomento e non sa come andare avanti! e sì che l’osso lo ficca per tutto. Il vinaio, il troppo costo del vino! e sì che l’acqua l’attinge in cantina. Il pizzicagnolo dice iredei del prezzo dei porci! e sì che i maiali sono a buon mercato. Alcuni sarti hanno in uggia le macchine per le troppe verità, non restando margine a loro per la bugia. I calzolai plaudiscono a quel congegno meccanico e trovano essere la bugia il ripiego per festeggiare il san lunedì. Ma veramente dove lavora la bugia è su alcuni legali... o quell’istanza? È all’occhielli!

E la sartina: o quel vestito? ai bottoni!

— Caro signor lunario del sortimi tre passi, con tante macchine andremo a cascare fra la spazzatura ! Sor reverendo Emilio (con quel pampano di naso), andando avanti di questo passo, le macchine prenderanno il sopravvento e tutto si farà a macchina, non esclusi i figli che dovranno subire la pressione dello stantufo e i giri del volano e le levatrici ungere i cuscinetti, e quando verrà alla luce la creatura...

Vero Iddio costui è un matto da manicomio ! guardie di città agguantatelo e rinchiudetelo in un