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Massimo d’Azeglio vagheggiava un ministero di educazione pubblica1. Qui non era esclusa la pedata ai nastri e trine perchè, tirando le somme, battan pari coll’economia domestica. Quella pubblica educazione rientra nel grogiolo di chi guadagna quattro, spende tre, risparmia uno, e una famiglia che non ha tante buscherate per il capo con quell’uno; dice un saggio proverbio: «Con tanti pochi si fa un molto, che usato a dovere si può far moltissimo, purché si voglia». Mi fanno compassione alcuni cataloghi di mode esagerate col titolo: «Tesoro delle famiglie» gesuitica promessa da farci la gira al buon senso comune! E aggiungerei il tesoro della leggerezza!

Ma qui dalla signora Giusti non è il caso di rovinarsi per un gingillo da bambini; i prezzi son modestissimi, il gusto non dimanda soccorso alla prima modista di Firenze e buona notte Gesù, che l’olio è caro!

Alla Misericordia

Mosericordie .... Misericordie! Il titolo ve lo dice da sè. Santa e benemerita istituzione, ebbe origine dal fatto: un fruttivendolo livornese o qualche altra persona (così mi fu narrato) ebbe cura di raggranellare qualche soldo per organizzare una società di fate bene fratelli e siccome, quello ch’è buono e santo piace a tutti, così quella riunione trovò eco nel mondo civile. Ciò che fa bisogno per una disgrazia è lì spiattellato a vostra disposizione, chiedete e tutto vi sarà concesso. Per le sventure minuscole e maiuscole

  1. Vedi i miei ricordi.