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L’anno 1866, il 19 ottobre
alle ore 8 ant.


Si sono riuniti da una parte il signor generale di divisione Lebœuf, aiutante di campo dell’imperatore dei Francesi, grand’ufficiale dell’ordine imperiale della legion d’onore, ecc., Commissario di S. M. nella Venezia; e d’altra parte i signori conte Luigi Michiel, il cav. Edordo De Betta podestà di Verona, ed il dottor Achille Emi-Kelder, costituiti in commissione: ed il signor generale Lebœuf pronunciò la seguente allocuzione:

«Signori,

Incaricato dall’imperatore Napoleone III a ricevere dalle Autorità austriache le fortezze e i territorii della Venezia, mi rimane a consegnare nelle vostre mani i diritti che furono ceduti a S. M.

È per compiere questa ultima parte del mio incarico che vi ho qui riuniti.

Voi già sapete con quale scopo l’Imperatore abbia accettata la cessione della Venezia. S. M si è su di ciò spiegata in una lettera dell’11 agosto indirizzata al Re d’Italia, e per istruzione delle intenzioni del mio augusto sovrano, io non so far di meglio che di leggervi questo documento:

Mio signor fratello,

«Ho saputo con piacere che V. M. ha aderito all’armistizio ed ai preliminari della pace sottoscritti fra il re di Prussia e l’imperatore d’Austria. È quindi probabile che sia per ischiudersi all’Europa una nuova era di tranquillità. V. M. non ignora che io non accettai l’offerta della Venezia che pel solo scopo di preservarla da ogni devastazione prevenire un’inutile effusione di sangue. Mio intendimento fu sempre di restituirla a sè stessa, perchè l’Italia potesse esser libera dalle Alpi all’Adriatico. Arbitra dei proprii destini, la Venezia potrà bentosto mediante il suffragio universale manifestare la propria volontà! V. M. riconoscerà che in siffatta circostanza l’azione della Francia si è anche