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DELL'INGEGNERE MILANI | 279 |
ragioni del partiaqua e della laguna morta. Sciolto colla scorta altrui il modo di costruire il ponte, e quello d’attraversare la Laguna, anche nel ricapito preciso del ponte non se ne allontanò. Il sig. Meduna aveva proposto negli Annali di Statistica del dicembre 1836 (p. 298) cinque linee per la direzione del ponte:
«La 1.a linea, partendo da Mestre, raderebbe il forte di Marghera dal lato di mezzodì, e scorrendo parallelamente al canale di S. Secondo, che forma la consueta via delle barche tra Mestre e Venezia, giungerebbe alla città presso S. Giobbe…
«La 2.a linea si traccerebbe alterando lievemente la prima, cioè facendo capo alla Sacca di Santa Lucia»…
Di questo, ecco la ricevuta Milani.
«Muove dal lato di Venezia che guarda Ponente, da quell’ampia isola che sta tra la Laguna, il Canal Grande, e quello detto Canal Regio, proprio dalla Sacca di S. Lucia, dal vasto orto Petich… Segue una linea retta che corre al forte di Malghera radendo lo spalto delle di lui opere principali, e della mezza luna a sud. In cammino è attiguo e quasi parallelo al canale di S. Secondo». (Progetto capo IX § 132 p. 34).
Habemus confitentem reum. Il sig. Meduna aveva posto questa linea di Malghera, S. Secondo e S. Lucia per la seconda, perchè più lunga; il Sig. Milani la preferisce, perchè nell’orto Petich può trovare le cento pertiche di terreno sgombro, da farvi non solo la stazione, ma anche la manifattura delle machine. Il luogo, come si vedrà, non è opportuno, perché intercetto dal ponte levatojo, ma ad ogni modo non esce dalla seconda linea del Meduna.
Il sig. Milani suddivise istessamente la tratta con cinque isolette, quella di mezzo maggiore delle altre; fece gli stessi calcoli sulla distanza del fondo stabile; elesse gli stessi materiali, le stesse pile, gli stessi archi, le stesse dimensioni; poichè, se il piano carreggiabile del sig. Milani riesce alto due spanne di più (0m,55), ciò avviene perchè egli vi aggiunse le cavità degli aquedutti (0m,53), che lo rialzano d’altrettanto. E siccome dove finisce la laguna cominciano le paludi, e dove finisce il ponte comincia l’argine: così per un certo tratto è libero all’ingegnere fare qualche arcata i più o di meno, secondoché l’esperienza