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282 REPLICA ALLA RISPOSTA

ponte Meduna, senza farvi alcun provedimento per accrescerne la solidità, noi avevamo detto nella nostra Rivista (pag. 33 e 34): «ciascun canale ha un metro di larghezza e più di mezzo metro (0m,53) di profondità. Fra queste ampie cavità ne corre una terza, che contiene il tubo pel gas; al disotto sono sostenute con archi che hanno dieci metri di corda, e i cui piloni sono fondati nella laguna; tutte queste vôlte e queste cavità devon essere tanto solide da reggere alla formidabile scossa della locomotiva e del suo lungo tráino, sopra una linea di costruzione che per due miglia non ha sostegno alcuno fuor di sè stessa, e del fondo pur sempre difficile della laguna. Murature costrutte infine con mercantile esilità, con cavità così grandi, non assicurate contro gli inevitabili trapelamenti, potranno resistere lungo tempo a questa complicazione di cose fra loro così nemiche, come l’aquedutto e la locomotiva?». A queste nostre domande, che potranno forse tornar moleste al sig. ingegnere in capo, ma che, per certo, non sono menzogne, nè modi vili e villani (§ 416), che cosa egli risponde in quel suo § 131, in cui si chiude per questo punto tutta la sua difesa? Risponde che è proprio come è fatto in tutti gli aquedutti romani, quasi chè, gli aquedutti romani si fossero costrutti per lottare colla locomotiva. Venezia si ostini pure a volere il ponte prima della strada, benchè questa sia la maniera più certa di non avere nè la strada nè il ponte. Noi intanto ripetiamo, che l’aquedutto Milani, lavorato così a traforo, non resisterà meglio alla locomotiva, che no avrebbero fatto i suoi biscotti di pietra scempia di Verona, grossi quattro dita e lunghi cinque braccia.

Quanto al ponte girevole all’ingresso della stazione, noi vorremmo sapere dove il sig. ingegnere in capo manderebbe le locomotive in quei giorni che il fragile giocáttolo fosse in riparazione? Sarebbe mestieri far bivacco sul ponte, caricarvi, scaricarvi, gettar fuori i passaggieri attraverso alle barricate, tra la folla dei curiosi, tra le balle di mercanzia e i mucchj di carbone; e farli poi scendere in laguna colle scale, o farli passare, come quelle sventurate guardie, pel tunnel sottomarino (§ 141). E in qual modo vi si potrebbero allora trascinare dalle rimesse della stazione le machine di ricambio? Metterle forse in gondola? E frattanto la squadra