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Stando le cose a questo modo, la signora per sue faccende dovette allontanarsi da Roma e chiuder casa. Prima di partire però chiamò a sè Zaccaria, che ora vedeva non tanto di frequente, perchè egli mettevasi in moto all’alba e tornava talvolta a sera avanzata.

— Figliuolo, ella gli disse, or ora fa l’anno che io t’ho veduto la prima volta. Tu allora eri malato che appena rammenterai in quale miserabile condizione tu ti trovassi.

Il fanciullo alzò gli occhi al cielo sospirando quasi dir volesse: — sì che lo ricordo!

— La Provvidenza volle servirsi di me perchè tu fossi tolto da una morte certa, ed ora vedi che tu non solo sei sano e salvo, ma puoi da te stesso provvedere alla tua esistenza. —

Fece un poco di pausa, poi riprese: — Io debbo andarmene, Zaccaria: parto. — A questa parola il fanciullo, il quale non avea mai pensato che avrebbe potuto esser privo della sua benefattrice, ebbe in un subito gli occhi pieni di lagrime.

— Sì, parto: ma non resterai solo. So che hai molti protettori in un reggimento francese; conosco il sergente Roberto, che spesso tu hai nominato; lo farò chiamare, e gli farò speciale commendatizia in tuo favore. Tu però, Zaccaria, ricordati sempre di esser timorato di Dio. Evita il male perchè è male, e pratica il bene perchè è tuo dovere di farlo. Ne avrai la ricompensa in te stesso. Sii sempre onesto, non appropriarti mai ciò che non è tuo, e non lasciarti vincere dal troppo amor del guadagno. Se esso è illecito, se ne va rapidamente com’è venuto. Non dimenticare un proverbio che dice: La farina del diavolo