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— Come! noi qui nuovamente? — esclamò Maurizio, — ma questa non è più la nostra casa!

— Sì, padre mio, — rispose Paolo mettendo piede a terra per ajutare il Gerli a discendere dalla carrozza, sì, essa è di nuovo la vostra casa; ma proprio vostra, rivendicata col vostro denaro. Degnatevi d’entrare e vi farò noto ogni cosa.

Paolo narrò a Maurizio come al suo ritorno in patria fossegli riuscito scoprire che il Doretti partendo da Firenze avea cambiato nome, e s’era rifuggito in Alessandria di Egitto dove speculando con le sostanze altrui, avea ammassato molto denaro. Per mezzo di potenti personaggi di colà, e ajutato dal governo italiano, avea ottenuto con la minaccia del carcere che il Doretti restituisse gran parte degli averi rubati. La quota toccata al Gerli era depositata presso il Ministro dell’interno, ed essa avrebbe servito al pagamento della villetta riacquistata già da Paolo a nome di Maurizio Gerli, se a questo così piacesse. Il giovine pose fine al suo racconto dicendo: ed ora, mio benefattore, concedetemi, ve ne scongiuro, di godere dell’opera mia, vedendovi tornato al vostro antico stato. Il passato sarà un sogno per voi; il futuro non potete ricusarlo, se non per voi, per le vostre dilette figliuole.