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XI.



Venne la primavera. La natura risvegliandosi, dopo il sonno invernale, piena di vigore, in brevi giorni gli alberi furono rivestiti di una rigogliosa vegetazione; il sole splendeva benefico, l’aere diveniva mite e pieno di fragranza. Alla cascina le fanciulle aveano ripreso la loro ilarità, l’aspetto di Paolo infondeva speranza; ed anche la Caterina e Maso, sotto le loro vecchie spoglie, aveano aria di rinverdire nuovamente. Tale abbondanza di vita in quanto lo circondava, giunse a consolidare la salute di Maurizio per modo che in breve tornò ad appetire ogni sorta di cibi, e nelle ore più dolci usciva a diporto pe’ campi con tutta la sua corte, com’egli diceva, e sempre più riconfortavasi nell’aspetto de’ suoi angeli, nella compagnia di Paolo, nella devozione de’ fedeli servitori.

Maurizio adunque era risanato; e parve a Paolo giunto il tempo di mandare a compimento il suo disegno, per l’effettuazione del quale erasi fino allora occupato. Propose perciò, a festeggiare la guarigione del suo benefattore, di fare una passeggiata in carrozza. Il Gerli acconsentì; ed un bel mattino in una