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Le fanciulle uscirono: e la Sofia alquanto corrucciata disse al vecchio domestico, ch’avea il volto tutto raggiante: — pure lo sapete, Tommaso, noi non vogliamo mostrarci ad alcuno. Se l’istrumento piace al signore, combinate voi, e non ci esponete ad arrossire.
In quell’istante il suono del pianoforte leggermente toccato portò all’orecchio delle due sorelle un dolcissimo motivo composto dalla Sofia, ed a Paolo oltremodo prediletto, e ch’ella non aveva più suonato dal giorno della partenza di lui.
— E ch’è mai questo? — esclamò Sofia slanciandosi verso la porta. La schiuse leggermente, fissò lo sconosciuto, il cuore le rilevò chi fosse. — Paolo.... soggiunse avanzandosi verso di lui; — signor Paolo, ella qui?
Emilia, che aveva udito il nome di Paolo, entrò anch’essa nella camera seguita da Tommaso, e per qualche istante fu messo da banda ogni modo cerimonioso.
Passata però la prima emozione e quella specie d’intrinsichezza che nasce nel rivedersi dopo lunga assenza, sì da una parte che dall’altra si riacquistò la calma necessaria. Paolo sforzossi a tornare riservato, rispettoso come se ancor fosse il commesso del banco Gerli, e le due sorelle tentarono riprendere la contegnosa amabilità delle figlie del ricco banchiere. Ma quel contegno ben presto svanì sotto lo sforzo delle lagrime che s’affollavano agli occhi, in ispecie, quando esse impresero a parlare della malattia del padre, e delle loro sventure. Ma Paolo troncò loro la parola dicendo che tutto eragli noto, poichè Tommaso aveagli narrato ogni più minuta e dolorosa particolarità. Egli avrebbe desiderato presentarsi