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casa: essa non era un capitale in commercio, è bene tuo particolare. Giustifica in qualche modo la vendita fattane ad un amico, e, se vuoi, anche a me; che se ciò ti sembra di non facile riuscita, lascia che io figuri tuo creditore per una certa somma, e salva almeno qualche cosa per la tua famiglia, per te, per tentare nuove speculazioni e rimetterti in essere. I creditori non avranno a patire che una ulteriore per dita di un 12 o un 15 per cento, e l’avranno scampata col sacco pieno. Tu sai che i fallimenti ora si dichiarano soltanto quando il debitore, fatto bottino, esibisce un quindici o un venti per cento, e la derrata non è sempre così pingue.

Mentre l’amico siffattamente parlava, Maurizio guardavalo fiso nel volto e tentennava il capo. Ed allorchè quegli, dando fine al suo discorso, gli disse: — dunque approvi, non è vero, Maurizio? Accetti la mia proposta? — egli alzandasi con dignità, severamente rispose: — No, ricuso. E quando t’ho dato io il diritto di confondermi con quegli esseri abbietti che preferiscono la perdita dell’onore a quella degli averi? No; io non fui, non sono, e non sarò mai nel novero di costoro. I miei creditori affidarono a me le loro merci non già perchè mi sapevano ricco, ma perchè la mia riputazione era quella di un uomo onesto e probo. Non sarà mai che io inganni la loro fiducia. Che colpa hanno essi se la sorte mi fu contraria? Tutto quanto m’appartiene è loro proprietà. Non sia giammai che io m’avvilisca a indegni sotterfugi, a dolose operazioni, proprie solo degli uomini che non hanno nè fede nè onore. Vivrò nella miseria; ma con la fronte pura da qualunque macchia, e con la coscienza scevra da ogni rimorso potrò