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bravi vecchi, venite anche voi, che foste testimoni di quel faustissimo giorno che sembrava dover essere seguito da tanti altri; venite anche voi al mio seno, dinanzi a questa imagine che rappresenta la mia buona moglie viva e vera come io la ho impressa nel cuore. —
E Maso: — E non è vero padrone, che par di stare ancora lassù all’uscita di chiesa, circondati delle fanciulle che c’infioravano la via? —
E Caterina: — La si rammenta che si avea fatica a tener indietro le vecchie e i ragazzi, che volevan baciare la mano alla sposa? E come era risplendente col suo abito di lustrino celeste! Oh l’era proprio un occhio di sole!
— Sì, Maso, sì Caterina; se anche non lo rammentassi, questo quadro mi farebbe credere di avere venti anni di meno.
— E dica, padrone, riprendeva Maso, e quando si giunse al casino con quei violini che strimpellavano una mazurka?
E la Caterina: — Già, già, che il signor Tommaso qui, per sgambettar dall’allegria, sdrucciolò fino ai piedi della padroncina ch’ebbe a morire dal ridere.
— E Ceccone? che dopo il desinare delle nozze gli era così cotto che giurava di bagnarsi in Arno sulla spiaggia di Antignano.... —
Con questi ed altri ricordi di quel memorabile giorno, quel po’ di tristezza ch’era apparsa sul volto del Gerli sparì, e quando rientrava nel salone a braccetto con le sue due figlie, era appieno rasserenato, e col sorriso sulle labbra domandò scusa agli amici di averli lasciati soli. Caterina e Maso avrebbero voluto che tutti potessero ammirare il lavoro delle si-