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XVI.



Un giorno di febbraio Berta e le bimbe stavano per l’appunto nella bottega; e Zaccaria, lavorando, per la millesima volta narrava alla moglie le varie vicende della sua vita, argomento suo prediletto; quando la invetriata si apri, ed una dama di aspetto nobile e grave entrò per domandare di un giojello esposto in mostra. Non era ancora del tutto compiuto, ma le piacque; e convenne coll’orefice che il giorno di poi glielo avrebbe recato finito all’albergo delle tre Sirene. Dissegli il numero dell’appartamento da lei occupato, ed uscì.

Zaccaria, parlando a quella signora, non era come il solito. Parea turbato, convulso, incerto talmente che, chiusa appena la invetriata, Berta in preda a grave apprensione corse al marito e lo prese per mano, temendolo malato.

Ma egli tosto esclamò — Non ho nulla, Berta: ma è lei, sai; è lei.

— Chi, Zaccaria?

— È lei; non ne dubito.

— Ma, rispondi in nome di Dio. Chi?