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perdonare al giovinetto Zaccaria se talvolta vi perdeva tempo.

Passarono intanto altri due anni, ne’ quali, sotto l’occhio dell’ottimo Giorgio, per una certa attitudine naturale e per la costante applicazione, egli era divenuto artista assai pratico ed un giovine veramente per bene. Siffatte qualità però, invece di conciliargli la buona grazia di Federico, gli aveano attirato l’odio di lui. Questi, pel suo peggio, da qualche tempo lasciavasi vincere dal vizio del bere, e non solo i grossi e potenti vini delle isole di Cipro e di Santorino, ma puranco i liquori; ed in ispecie il mastik, acquavite di anici selvatico che i turchi molto usano mescolare con l’acqua. Più volte eragli accaduto di ubbriacarsi appena desto; imbestialiva allora come furioso e sfogavasi contro Zaccaria, il quale ebbe a riportare sovente percosse e lividori. Giorgio, dolentissimo delle cattiverie del fratello, molto pazientò; s’adoperò con ragioni, con preghiere, e persino con violenze a ricondurlo a miglior vita: ma a nulla valendo, decise di separarsi da lui, e rimpatriare, conducendo seco Zaccaria.