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portati negli ospedali che la Francia aveva fatto stabilire a Costantinopoli, ed in cui si prodigavano ai feriti le più intelligenti ed amorevoli cure. Questa sorte ebbe Roberto: e Zaccaria, volere o non volere, decise di partire con esso lui.

In due mesi alla baracca s’erano fatti buoni guadagni, e l’ex-caporale, che in fondo non era malcontento di sbarazzarsi del fanciullo, gli consegnò di sua parte parecchie centinaia di franchi. A veder Zaccaria il giorno dell’imbarco, sarebbesi detto che il piacere di accompagnare il tenente Roberto fosse raddoppiato dal pensiero di allontanarsi dalle cannonate, dalla guerra, da quei luoghi di distruzione, dove da più settimane udiva solo a parlare di morti e di feriti. La memoria del campo d’Inkermann facealo rabbrividire e tremare come se di nuovo fosse preso dalla febbre. Ed alla certezza che fra la guerra e lui sarebbevi in breve il mare di mezzo, gongolava dalla gioia.


XIII.



Nei primi giorni dopo il viaggio, Roberto sembrava avviato ad una guarigione certa; e già egli parlava della gamba di legno e delle gruccie; quando