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Madama Lucrezia, e volentieri avrebbe dato tutto il suo a quel cattivo di Giovannino per non trovarsi lì.

Venuta la sera, cessato il cannoneggiare, e udito dagli ufficiali tener discorso della giornata con accenti esaltati, con piglio marziale, ebbe vergogna di sè, e tentò di farsi animo. Ma la paura era stata grande; fu colto da febbre violenta, e si coricò nel suo letticciuolo da campo che stava in un cantuccio della baracca. Fatto giorno, il caporale doveva attendere alla bottega: Roberto era in servizio, essendochè i russi, inanimiti per la felice resistenza, tentavano una poderosa sortita contro gli assedianti. Niuno dunque poteva aver cura di lui.

Quando una giovane donna vestita di cotonina turchina con un ampio grembiale bianco, e coperto il capo di un candido cappuccio a larghe tese, venne a passare d’innanzi alla baracca.

— Buona suora, le disse il tavernaio, vorreste farmi la carità di visitare un ragazzo malato, che ho qui sotto la tenda?

— Volontieri, fratello; è mio dovere.

La donna si avvicinò al lettuccio, osservò il fanciullo, uscì e tornò di lì a breve con certi farmachi, ed ella stessa glieli porse. Nella giornata venne più volte a sorvegliarlo; e nel sorreggergli il capo per somministrargli un calmante, Zaccaria aprì gli occhi, li sbarrò su quel giovine volto, amorevolmente inclinato verso di lui, e nel turbamento della febbre credè vedere la signora, la sua benefattrice, e....

— Madama, le mormorò interrottamente, le viole non ci sono più, le palle le hanno portate via.... le ha bruciate la polvere... ma le troverò.. le troverò... Oh