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gere dal mare qualche isola o spiaggia lontana ansioso domandava: — è là che sta la guerra?

Lo sbarco ebbe luogo felicemente in mezzo a numeroso naviglio di brik, di golette, di schooner e barche di ogni sorta. L’ex-caporale e Zaccaria col carico delle loro provviste, senza por tempo in mezzo si avviarono a Sebastopoli, che gli alleati stringevano già di assedio, dopo vinta la sanguinosa battaglia dell’Alma, fiumicello non molto discosto, e dopo essersi impossessati di Balaklava, città di mare che nel medio evo fu popolata di genovesi e commerciante assai.

Una parte dell’esercito francese, quello cui appar teneva il reggimento di Roberto, stava a campo fra la baia di Streletzkaia ed il vallone, detto della quarantina, avendo a sinistra la baia di Kerson.

Colà furono diretti i loro passi.

Non è possibile descrivere lo stupore di Zaccaria nel trovarsi in mezzo all’accampamento! Era un mondo nuovo per lui, non mai visto, non mai sognato. Tende, tende e poi tende pei soldati, tutte allineate. Qua e là padiglioni più alti per gli ufficiali. Lunghe file di cavalli legati ciascuno ad un piuolo; cannoni, obici, mortai, cassoni, mucchi di palle, immense baracche per viveri, foraggi e munizioni; poi più indietro spaziosi attendamenti pei malati e pei feriti.

Ecco una sentinella. La conosco sì, no, sì è mossiù Bordal; addio, mossiù Bordal. Poi un’altra. La conosco, ma non so come si chiama. Un’altra! Ma questo dunque è il reggimento di mossiù Roberto! E Zaccaria in preda ad un eccitamento convulso corre senza posa fra le tende cacciando il capo in ogni apertura, e gridando — mossiù Roberto, mossiù Roberto.