Pagina:Renazzi - Fra la favola e il romanzo, 1874.djvu/109


— 92 —


VIII.



La nave che portava l’ex-caporale, Zaccaria, parecchi soldati, cavalli, foraggi ed altre munizioni avea sciolto le vele dal porto di Civitavecchia col favore di un vigoroso ponente, e filava veloce.

Il fanciullo che per la prima volta usciva da Roma e si trovava sul mare, taceva estatico per la maraviglia. Navigavasi terra terra; e indicategli dal caporale, vide da lungi Fiumicino e l’antica Ostia presso le quali il Tevere, diviso già in due rami, mette foce nel Mediterraneo; poi Nettuno, Porto d’Anzio, la torre d’Astura; e al declinare del giorno potè scorgere il luminate dagli ultimi raggi del sole a destra le isole di Ponza e di Zannone, a sinistra il monte Circeo, oggi monte S. Felice. Venne la notte: cielo e mare si confusero, e tutto fu silenzio a bordo. Solo il vento sibilava fra i cordaggi, e le onde sobbollivano sotto la prua tagliente. Quel nuovo, sublime spettacolo altamente commosse il piccolo Zaccaria che s’era rincantucciato dietro ad alcune balle. Egli per la prima volta sentiva Dio nella vastità del mare, nella immensità del cielo, nello scintillar delle stelle; trasse dal petto la crocellina della signora, che egli avea