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con alcune sue faccende. Il momento non poteva essere più propizio. Trova un lungo chiodo; ne torce la punta, e tenta servirsene come da grimaldello. La serratura cede; entra di soppiatto; toglie dallo stramazzino la borsa; invola parecchie monete; vuole rimetterla in posto, ma udendo il padre ascendere le scale, la involge frettoloso in uno straccio, e gettala in fondo al cassetto del banco. Poi scende in piazza. Ebbro dal possesso del danaro, paga, giuoca, insulta; viene a rissa con gli altri mariuoli; riceve un colpo di pietra nel capo; e quando sta per vendicarsi del suo offensore col chiodo ritorto, i gendarmi lo afferrano; egli lotta per disvincolarsi, ed intanto alcune monete, fra le quali una d’oro, gli sdrucciolano dalla tasca.

Condotto dinanzi al Presidente, tutto fu chiarito. Il povero ed onesto intagliatore fu rimandato libero a casa sua, ed il figlio inviato alla Direzione di polizia; e poi trasferito con grave condanna alle carceri di Termini1. Zaccaria per mitezza di cuore, per pietà del padre pregò a fine di ottenere la grazia dello sciagurato Giovannino; ma fu già molto se vennegli concesso di riaver subito il proprio danaro.

  1. Casa di pena vicino alla stazione della ferrovia.