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e rispose a tutte le domande che il maresciallo gli indirizzò.

— Lo troveremo, lo troveremo, questi soggiunse, e tutti e tre ascesero al piano delle soffitte.

— Voi qui — disse il maresciallo dandogli la consegna — e che nessuno esca.

Nel corridoio stavansi congregati le due vecchie, l’intagliatore ed il sartorello tutti sconvolti ancora dalle grida e dalle parole del fanciullo. Ciascuno voleva rientrare nella propria stanza, ma — nessuno si muova — ordinò severamente il maresciallo — altrimenti guai a voi!

Avendo con sè Zaccaria, entrò nella soffitta del sartorello, rovistò le cassettine del tavolo, gettò all’aria i meschini vestiti accumulati sopra una panchetta, si avvicinò al letto, il fanciullo s’accorse che il gendarme perquisiva le robe del povero sartore sospettando di lui, ed esclamò: — no, no, signor soldato, non è possibile; è un galantuomo, ci giurerei. — Ma il gendarme proseguì a frugare finchè fu convinto che là dentro non v’erano monete, eccettuati pochi soldi rinchiusi in un vecchio guanto. Passò poi nella soffitta dell’intagliatore, il quale, coi capelli rabuffati, con cipiglio represso e le braccia conserte s’era posto vicino all’uscio. A vederlo il suo aspetto non ispirava niente fiducia, ed il maresciallo pensò — qua dentro sta il furto, — e senza badare a Zaccaria, il quale protestava che il suo padrone di casa era brav’uomo quanto il sartore, prese minutamente ad osservare quanto gli apparteneva. Frugò i letti, il cassettone, le pentole, la catasta di forme, sulle travi del tetto, e fra una specie di assito.

L’intagliatore non seppe più oltre sostenere quel-