Pagina:Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla Loggia P2.pdf/79

Camera dei Deputati — 71 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



problema fornisce una serie di documenti che, in luogo di fumose considerazioni sulla massoneria rilevabili anche da pubblicazioni in commercio, danno precise informazioni su Licio Gelli e sulla Loggia Propaganda 2.

Colpisce in particolare la nota del 1976 (ultima della serie) nella quale è dato riscontrare, accanto ad inesattezze anche vistose sulla massoneria (si confonde l’Ordine con il Rito scozzese), notizie precise e dettagliate sulla Loggia P2, che segnano una mirata attenzione investigativa in netto e stridente contrasto con la invero singolare disattenzione dei Servizi nei confronti di Licio Gelli e della sua organizzazione.

Riepilogando le argomentazioni svolte possiamo quindi affermare come dato di tutta evidenza l’esistenza di una sorta di cordone sanitario informativo posto dai Servizi a tutela ed a salvaguardia del Gelli e di quanto lo riguarda secondo una linea non smentita di continuità, che non interessa soltanto il periodo dell’apogeo della carriera gelliana epoca nella quale sarebbe spiegabile facendo ricorso all’argomento dell’influenza da lui acquisita nel Servizio e fuori di esso ma che rimonta al 1950, quando il Gelli è personaggio di ben minore caratura, tale comunque da non potergli certamente addebitare azioni di pressione deviante sui Servizi. Una continuità di atteggiamento dunque che accompagna il Gelli durante lo sviluppo della sua carriera, senza apprezzabili scarti che ne contrassegnino i progressi invero sorprendenti.

Tra le varie spiegazioni possibili di tale costante atteggiamento scartata quella della inefficienza dei Servizi perché palesemente non proponibile non rimane altra conclusione che quella di riconoscere che il Gelli è egli stesso persona di appartenenza ai Servizi, poiché solo ricorrendo a tale ipotesi trova logica spiegazione la copertura di questi assicurata al Gelli in modo sia passivo, non assumendo informazioni sull’individuo, sia attivo, non fornendone all’autorità politica che ne fa richiesta.

L’assunto al quale si è pervenuti fornisce spiegazione ad alcuni dei problemi in esame, ma non ancora alla natura dell’informativa COMINFORM, inserita nel fascicolo Gelli nel 1950. La presenza di questo singolare documento mentre infatti ci fornisce una indicazione orientata in una direzione marcando vistosamente la successiva carenza di attività informativa, secondo la contraddizione dianzi sottolineata per altro verso sembra porsi in contrasto con la stessa conclusione alla quale essa pur ci avvia, poiché fornisce comunque un segno di attenzione investigativa da parte dei Servizi nei confronti del Gelli ed è da essi inserita nel suo fascicolo. D’altro canto non è difficile riconoscere che il documento per la quantità e la qualità delle notizie raccolte non può non suscitare l'interesse anche polemico di chi si accinga allo studio del fenomeno Gelli. Non è mancato ad esempio nella Commissione chi, riportandosi all’informativa, ha elaborato una chiave di lettura del personaggio Gelli in termini antitetici a quelli della pubblicistica corrente: non si può infatti non riconoscere che le notizie sul Gelli fornite dal redattore del documento sono in stridente contrasto con