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Camera dei Deputati — 47 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



III — La struttura associativa della Loggia P2.

Il complesso di documentazione pervenuto alla Commissione consente di formare un quadro sufficientemente preciso in ordine alle strutture organizzative della Loggia P2. Il primo dato che emerge a tal fine dai documenti è l'assenza di quel fondamentale momento di vita associativa costituito dall'assemblea degli aderenti al1'0rganizzazione, dalla riunione cioè nella quale i suoi dibattono i problemi dell'associazione, tirano i consuntivi dell'attività svolta, programmano la vita futura ed infine procedono alla elezione delle cariche sodali. In una associazione regolarmente costituita e fisiologicamente funzionante, questa oomplessa attività interviene secondo scadenze prefissate in astratto, sulle quali il vertice non può influire ad arbitdo, ed è sottratta altresì ad un eventuale potere derogatorio dei soci, promanando dallo statuto sociale.

Nulla di tutto questo è dato riscontrare nella Loggia P2. I documenti al nostro studio, non abbondanti ma esaurienti ai nostri fini, e le testimonianze raccolte consentono di affermare che non solo una consimile attività collegiale non ha mai avuto luogo, sia pure in modo episodico, ma che di essa non si è nemmeno mai prospettata l'esigenza o quanto meno contestata la mancanza. Questa incontrovertibile constatazione può condurre a due diverse soluzioni: ritenere non qualificabile la Loggia P2 come associazione o per converso riconoscerle natura associativa, tale peraltro da essere confinata nella patologia di tale forma di vita di relazione. La Commissione considera che questa sia la soluzione da accogliere, per una serie di ragioni che possiamo elencare secondo l'ordine seguente.

È in primo luogo accertato che la Loggia P2 conosceva momenti assembleari di parziale portata. Sono infatti in possesso della Commissione documenti che testimoniano di riunioni di gruppi di affiliati che per altro non avvenivano secondo una calendarizzazione prefissata, caratteristica tra l'altro di tutte le logge massoniche, quanto piuttosto per impulso episodico del vertice dell'organismo.

In secondo luogo è dato di sicuro riscontro la presenza di strutture stabili che garantivano la funzionalità dell'organizzazione in quanto tale, assicurando i contatti tra settori di soci variamente identificati: sono questi i diciassette gruppi costituiti nella seconda fase, ai quali si aggiungeva il gruppo centrale guidato da Gelli. Sotto il profilo strutturale è altresì da rilevare che l'organizzazione aveva un vertice, ovvero un capo riconosciuto come tale dagli affiliati e che questo vertice, modellato secondo una tipologia strettamente personalizzata, andava individuato nella figura di Licio Gelli, poiché i riferimenti ad un vertice più allargato, che viene indicato come direttorio, non trovano pratica attuazione secondo i documenti in nostro possesso. Terzo rilievo è che appare acclarato come una conoscenza interpersonale tra i soci, in quanto tali, fosse certamlente garantita dalle riunioni di gruppo: è pacifico cioè che gli affiliati entravano in contatto con altri affiliati, riconoscendosi reciprocamente tale qualifica. Il quarto argomento è relativo all'esi-