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Camera dei Deputati — 15 — Senato della Repubblica


ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti



Va in proposito sottolineato come questa operazione contrassegni la Gran Maestranza del Salvini sin dal suo primo esordio; ed appare significativo come lo spiccato interesse del nuovo Gran Maestro verso i «fratelli coperti» non si esaurisca con l’adozione dei provvedimenti studiati, poiché, nel 1971, il Gran Maestro firma la bolla di fondazione di un’altra organizzazione coperta, la Loggia PI, che nelle intenzioni del Salvini doveva essere ancor più segreta ed elitaria: di essa infatti avrebbero potuto far parte solo coloro che nell’amministrazione dello Stato avessero raggiunto il grado quinto. Criterio, questo, di proselitismo sufficientemente rivelatore della reale natura di questi organismi. Non è dato allo stato attuale della documentazione esprimere un avviso definitivo sull’esistenza di questa organizzazione, ma quello che più conta è rilevare che nel mentre Salvini dava avvio ad un processo di sostanziale spossessamento da parte del Grande Oriente della Loggia Propaganda, tentava di costituire o meglio ricostituire nell’ambito della comunione una struttura analoga il quella che aveva ceduto in delega a· Licio Gelli.

Il senso dell’operazione apparee ancor più chiaro quando si pensi che pochi mesi dopo il provvedimento concernente la Loggia Propaganda Uno il Salvini aveva, durante una seduta della Giunta esecutiva del Grande Oriente, esternato le sue crescenti preoccupazioni per quanto stava accadendo nella Loggia P2, per il gran numero di generali e colonnelli affidati ad un uomo come Licio Gelli, che, a detta del Gran Maestro, stava preparando un colpo di Stato.

A completare il quadro descritto va ricordato che sempre nel luglio del 1971 Gelli aveva affermato di fronte a Benedetti e Gamberini di avere «la possibilità di girare l’interruttore e di rovinarlo» (Salvini) vedremo in seguito la conseguenza di questo episodio e va infine rilevato che Gelli pervenne ad entrare nel progetto salviniano della Loggia P1, facendosi in essa riconoscere l’incarico di Primo Sorvegliante.

Il complesso dei dati offerti all’attenzione e le vicende che attraverso essi si dipanano consentono al relatore di fornire un quadro abbastanza preciso dei rapporti che sin dall’inizio si instaurano tra Licio Gelli e Lino Salvini e, tramite questi, tra Licio Gelli e il Grande Oriente. Grazie al successore di Giordano Gamberini, Gelli compie infatti un sostanziale secondo passo in avanti nella comunione giustinianea, che gli consente questa volta, dopo i primi progressi iniziali dianzi esaminati, di entrare direttamente in armi nel cuore più riposto dell’istituzione, la Loggia Propaganda, dando avvio ad un processo di appropriazione personale della sua più tutelata ed efficiente struttura di intervento nel «mondo profano».

In realtà il carteggio Ascarelli-Gamberuni ci mostra che Gelli non solo aveva avallato il proprio ingresso in massoneria ed il suo successivo passaggio alla Loggia P2 dimostrandosi in grado di avvicinare e reclutare «gente qualificata»1, ma altresì di avere sin dall’inizio piani precisi di ampia portata in materia di organizzazione delle strutture massoniche. La rapida ascesa, agevolata

  1. Lettera dell’11 agosto 1966.