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Camera dei Deputati | — 110 — | Senato della Repubblica |
ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti
infiltrazione massonica, di tipo erratico e non programmata, nella burocrazia statale. Analogamente a quanto riscontrato con riferimento agli apparati militari, ci troviamo di fronte ad un reclutamento che si qualifica, oltre che per il livello al quale si pone, per la mirata individuazione di alcuni settori chiave, come ad esempio i dicasteri economici. Estremamente rivelatrice in proposito è l’affermazione esplicita dell’esistenza di un organigramma che prevedeva precisi «punti di interesse» denotando un reclutamento ragionato che mira prima ancora che all’acquisizione di individui all’occupazione di centri di potere amministrativo determinati. Esempio di questa logica è la penetrazione nel Ministero del commercio con l’estero, nel Ministero del tesoro e nel Ministero degli affari esteri, che poneva la Loggia P2 in posizione di assoluta privilegio nella gestione degli affari, molti dei quali comportavano rilevanti manovre finanziarie con l’estero, secondo l’analisi che verrà svolta nella sezione successiva. Concludendo su questo argomento, la Commissione rileva che non tanto e non solo deve costituire motivo di riflessione il dato quantitativo delle affiliazioni, comunque già di per sé allarmante, quanto piuttosto la logica conseguenziale che attraverso di esso si lascia intravedere.
II. - I rapporti con la magistratura.
Risultano presenti negli elenchi della Loggia P2 sedici magistrati in servizio più tre collocati a riposo. I detti magistrati sono stati sottoposti a procedimento disciplinare dal Consiglio Superiore della magistratura, che con sentenza emessa in data 9 febbraio 1983 ha deciso di assolvere quattro degli affiliati, pronunciando per gli altri sentenze varie di condanna, ivi compresa la rimozione. Con riferimento alla questione dei rapporti tra la Loggia P2 e la magistratura (intesa nella sua interezza, come ordine giudiziario), gli accenni più significativi si rinvengono nel piano di rinascita democratica in cui si delinea il ruolo della magistratura nel complessivo disegno politico descritto nel documento e si evidenzia la necessità — a tal fine — di stabilire un raccordo «morale e programmatico» con la corrente di Magistratura Indipendente dell’ANM «che raggruppa oltre il 40 per cento dei magistrati italiani su posizioni moderate per poter contare su un prezioso strumento già operativo nell’interno del corpo, anche ai fini di taluni rapidi aggiustamenti legislativi che riconducano la giustizia alla sua tradizionale funzione di elemento di equilibrio della società e non già di eversione».
Lo stesso documento,indica poi quali debbano essere, nel quadro della riforma dello Stato delineata, le modifiche da apportarsi al vigente ordinamento giudiziario, sia nel breve che nel lungo periodo.
Le indicazioni sono le seguenti: a breve termine in tema di ordinamento giudiziario: « — responsabilità civile (per colpa) del magistrato; divieto di nominare sulla stampa ci magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari; — la normativa per l’accesso in