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riduzioni di locali presi in affitto, piuttostochè acquistarne o costruirne dei nuovi; ma non si potè esser avari verso il Governo ed il pubblico di quella larga cooperazione che il Prefetto di questa provincia scriveva ripromettersi dal Municipio di questa città la quale, sono sue parole, più che a se stessa appartiene ora all’Italia essendone la capitale.

Veduto come all’aumento di edifizii pubblici e privati fosse per riuscire insufficiente l’area racchiusa entro il territorio comunale limitato allora dalla strada circondaria attorno alle mura della città, fu preso in esame e intieramente studiato un progetto che per sole speranze di vederlo eseguito in un lontano avvenire l’ing. Poggi aveva ideato; secondo il quale, demolite le mura, i torrenti e fossi allaccianti le acque delle circostanti colline avrebbero dovuto costituire a destra dell’Arno il nuovo limite della città: la quale, nel vasto territorio compreso fra la vecchia e la nuova Cinta, avrebbe potuto allargarsi quanto occorresse.

E sulla base di questo vasto Progetto comprendente anche la demolizione delle Mura e l’ampliamento della Città a sinistra dell’Arno, fu provocato il riordinamento dei Territorii del Comune di Firenze e dei Comuni contermini decretato colla legge del 26 luglio 1865: per la quale, soppressi i Comuni di Legnaia, del Pel-