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z$. Dell’Òratione. Cap.VIIfc ai, gc mortificar tutti i fenfi} ma fopratutto attendino alla.., purità del lor. cuore,non lafciado entrar dentro di quello alcu-J* no amore,ò affettojche non fia terminato in Dio,ò che no prò-'1 ceda da lui.. Aiuta etiamdio la vigilanza,e la fobrietà non folo) de'cibi, ma.ancora delle parole, Se de penfieri vani, Se otiofi • Appretto molte fono le caule, che impedifconol'oratione.. Se fpecialmente il dar’orecchio alli lcrupoli, l'amaritudine— ? ouer triltitia del cuore, il dilettatfi troppo ne’fenfi > là.molti, tudine de'penfieri importuni, il legni re la propria, volontà , ! la curiofità delle cofe inutiliSe che. a Te non appartengono,, la.memoria delle c.ofe del mondo, Se de' parenti, Se. breuemen-- te tutti i vitij oppofiti alle ludette virtù per l’acquillo di effa_, oratione, fono di grande impedimento a chi delidera far. frutto in etta.. Molte tentationi occorronoa quelli che diacquiflardnio- tione fi affaticano dall'oratione, Se fpecialmente tentatione di pufillanimità diffidenza.quando non fentono compuntio- ne, guerra di penfieri importuni, fouerchio fonno, appetito d’intender cole nuoue ? perfuafione, Se prefontione : però da quelle cole bifogna molto guardarli. E’ ancora d'àuuertire , che chi vuole far ben’oratione deue affaticarli non folo nell’ oratione, ma d'acquiftar’ ancora tutte le altre virtù, non cercando mai, nè vifioni, nèreuelationi,ma ftando fempreìil,. humiltà,con timore, e riuerenza.come ficonuiene tiare.dinan-- zia tanta Maeftà Il fine dell’oratione ha da effer l’vnione dell’anima co Dio, , & fua famigliarità, la propria cognitione di le lletto, la mor- tifìcatione.della propria volontà, Sc.de’ fenfi-, Se l.’ottener gra- tia petfelleffo , Se per i profili mi. Vltimamente fi ha d'àuuertire,. che chi vuol!'acquiftarcLj, QUEfìa,tantO)ne.aelfaria.virtàdell’oratione , non deue effer faville dopo etti in rii!, ciancie, Si altre dillrattioni, acciò non