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46 la miscellanea chiaravallese

Maggio, dei Canonici di S. Nazaro, di S. Ambrogio, di Chiararalle, torse due dei signori Taverna, due del Luogo Pio della Misericordia, ben quattro «dil Cardinale»: il foglio 56’ reca poche norme generali per la divisione delle ore d’acqua.

Per quanto la notizia dell’interessante libretto sia breve, non vedo ragione di allungarla.

Due sole parole aggiungo. La prima è per risuscitare la memoria del più antico e più completo elogio, che il Rusca (l. c., pag. 48.) testimonio oculare, faceva del buon F. Benedetto, elogio che aggiunge qualche notizia a quelle che di lui ho dato, che spiega e accredita vieppiù la sua parte nel Libro de’ Prati, e torna insieme a lode dei Conversi di Chiaravalle: «Come fece un Fra Bernardo Converso che sempre (ancor che decrepito) levò di mezza notte a fare oratione uella Chiesa. Così faceva Fra Benedetto Blachi Parmeggiano, che mai una volta il viddi turbato, ne otioso, et prontissimo a servir tutti, et chiamato da chi si voglia subito si moveva, et tralasciava ogni cosa, lasciò la mortale spoglia l’anno 1601 con età di 75 anni, il giorno di San Martino in questo Monasterio, che perse assai, poi prattichissimo era delle scritture et ragioni sue».

La seconda parola è per dire che quel magno Registro degli strumenti antichi, che nel mio articolo sul P. Bonomi1 dicevo di non aver saputo trovare nel nostro Archivio di Stato, ora è trovato2. È un grande volume di m. 0.39 X 0.855> con 211 pagine di buona pergamena numerate dal P. Bonomi stesso. Il volume è coperto di cartone ed ha per titolo: «Registro delli Istromenti antichi spettanti alle possessioni del Monastero di Chiaravalle» con la giunta del Bonomi: «MLX fino all’MCCCXII vedasi la pag. 191 a la pag. 48». E a pag. 191 l’istesso P. Bonomi redigeva una «Instrumentorum series juxta ordinem chronologicum», che finisce appunto con un documento del 131 2 assegnato

  1. Arch. Stor. Lomb., 30 giugno 1895, p. 523
  2. Ne va ringraziata l’attenzione del signor Boggiano Emilio, altro degli Ufficiali dell’Archivio di Stato, che leggendo il mio articolo si ricordava d’aver veduto il Registro in un armadio della Segreteria; ora si trova al suo posto, nel Fondo T{eligione colle altre carte di Chiaravalle. Quello citato e usato dal Caffi (1. e, p. 18 seg.) non è che quello da me descritto nello stesso articolo (p. 322, nota 1).