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44 la miscellanea chiaravallese






IL LIBRO DEI PRATI DI CHIARA VALLE.


È questo il titolo del secondo de’ miei codici. Dico miei, così per dire; perchè se il primo appartiene alla Braidense, il secondo appartiene al nostro Archivio di Stato, nascosto e come smarrito, sottile com’è e di piccolo formato, tra le pergamene della cartella segnata Corporazioni Religiose. Pergamene. Chiaravalle. 33.

E un codicetto cartaceo in-16, di non più di cinquantasei fogli numerati nel retto, più due segnati A e B, dei quali una larga metà è in bianco: è legato in pergamena e porta esternamente, in carattere corsivo, di mano del secolo XVII, il titolo surriferito con la data 1578, e in bel gotico grande: Libro de Prati.

Il titolo e la data avvertono subito che, se il libro è piccolo, non piccola può esserne l’importanza per la storia della praticultura dei nostri paesi, là dove essa rappresenta un ramo tanto importante della nostra agricoltura in genere.

La materia, e con essa l’interesse, nonché l’autore, o meglio gli autori del libro sono dati dal pieno titolo, che sta nel retto del foglio segnato (a tergo) A: «Libro deli prati del monastero di Chiaravalle — Il nome, la forma, la misura li — Confini, il Sito de qual aqua si adaquino — a che tempo et le hore che — gli tocha a tenire detta — aqua. fatto per il p. — Don Silverio de — Massaioli e Fra — Benedetto di Blachi da — Parma — Et Gio. Battista di l’omasi (sic) Fattore — 1578. — Ci incontriamo adunque un’altra volta col buon converso Fra Benedetto da Parma, nell’atto che reclama formalmente e incontestabilmente la sua parte di paternità in quest’altro opuscolo, che nessuno, ch’io sappia, finora sapeva di dovergli riconoscere.

Non parlano del Libro de" 1 Prati, né le Antichità Longobardicomi/ anesi, dove pure la dissertazione terzadecima (Voi. II, pagina 133 segg.) è tutta «sulla coltura delle campagne, e sull’ir-