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38 la miscellanea chiaravallese


È quella che dicevo già potersi prendere per una seconda edizione accresciuta e migliorata dell’opuscolo del buon converso F. Benedetto de Blackis.

Occupa i fogli 255 V.-283; (i fogli 241-255 r sono in bianco) ed ha questo titolo: «Descritione del Monastero di Santa Maria di Chiara valle di Milano et per che causa fu fondato esso monastero».

La descritione è distribuita in 14 capi, dei quali mi devo accontentare di dare solo un rapido cenno.

Il e. I, premesso un cenno sopra S. Bernardo e la prima fondazione di Chiaravalle col testo latino del documento dato in volgare dal Caffi (1. e, pag. 115), ci dà una particolareggiata descrizione della mensa sia dei monaci che dell’Abbate commendatario, col perticato dei fondi. Segue una semplice menzione della consacrazione degli altari del 1196 e della Consacrazione della Chiesa del 1221 (Cfr. Caffi, 1. e, pagg. 9, 55).

Il e. II discorre diffusamente «delle S te Reliquie et argenterii» che tale è il titolo. «Delle quali S te Reliquie» conclude il capo «l’Ill. mo (bona memoria) del Cardinale Borromeo la prima volta che venne da Roma a Milano et che fece l’entrata solemne, si fermò qui in Chiaravalle una notte, e qui celebrò, et ne pigliò una particella di tutte per fare un suo santuario o Reliquiario, perchè all’hora non erano serrate dentro in quelli reliquiarii con li vetri come hora sono». Dove non può dubitarsi che trattasi di S. Carlo, di Federico dicendosi più sotto, al e. ix, che passò a Chiaravalle tre giorni, ciò che il Rivola {Vita di Federico Borromeo, Milano, 1665, pag. 186) non lascia capire.

Il e. Ili tratta «della Capella grande, aitar maggiore et altri» e descrive oltre l’Aitar maggiore, l’ancona del Soiaro, e l’altare dei tre Magi, e il «lettorino» d’ottone, e il presbitero di legno lavorato1.

Il c. IV è tutto nel titolo: «Fabrica della Chiesa, Capelle et facciata del choro». E dà le misure della chiesa «secondo il braccio di legno di Milano» e accenna alle sei capelle «fatte alla moderna» fra le quali una privilegiata, e soggiunge: «Sono anco altre sei Capelle et altari antichi di sopra delle sei nominate nella medesima facciata, che tutti 12 altari guardavano all’Oriente, et

  1. Cfr. Caffi, 1. c. pag. 44 seg.; Rusca, 1. c. pag. 58 seg.; non parlano del «lettorino».