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e il libro dei prati di chiaravalle 7


Se quella traditio seniorum, di cui parla la nostra nota, era verace, come, tutto considerato, è da credere, ci troveremmo, credo per la prima volta, in presenza non del primo almanacco dal titolo del Gran Pescatore di Chiaravalle, ma del Gran Pescatore stesso in petto ed in persona. Che a Chiaravalle ci fossero peschiere formate dalla Vettabbia è certissimo, e ancora adesso si può vedere e, se si vuole, navigare un simulacro di laghetto. Si capisce quindi come potesse parlarsi di pescatore. Che poi il Pescatore portasse la barba tradizionale e il non meno tradizionale cappello a cono, i documenti non lo dicono.

Alla pag. 17, sotto la data a. 1608. io Mariti, viene N. Hillarion (sic) de Rancatis Abbas e in margine la nota: Velut oraculum in Curia Romana.

La nota è magnifica; ma mi affretto ad assicurare i miei pochi lettori, che se essa non va presa alla lettera, gli è che vuol essere interpretata con tutta la maggior estensione. Perchè quel P. Ilarione Rancati è stato veramente uno dei più illustri personaggi del secolo XVII, e per me direi addirittura un vero grand’uomo. Poliglotta e famigliare con le lingue greca, ebraica, araba, siriaca; vero portento di memoria e di erudizione, non meno che di scienza e di dottrina vasta e solidissima; altrettanto profondo nelle speculazioni, che abile nella trattazione degli affari; apprezzato ed adoperato spesso da principi, da re, da papi, e in corrispondenza con tutti i personaggi più illustri dell’Europa intera: da Paolo V ad Alessandro VII, dal re di Spagna al re di Polonia e alla Regina di Svezia, da S. Vincenzo de Paoli al Card, di Retz; il suo voto pesò per molti anni in tutte le decisioni di qualche importanza delle varie Congregazioni Romane, nei processi criminali come in quelli di canonizzazione, e le stesse più grandi questioni teologiche e diplomatiche del suo tempo (basti ricordare la famosa questione de Auxiliis, le condizioni ecclesiastiche dell’Inghilterra, e le difficoltà diplomatiche insorte tra la S. Sede e Luigi XIV) in forza di mandati altissimi passarono per le sue mani: ben degno che alcuni voti lo designassero al supremo pontificato nel Conclave dal quale usciva Alessandro VII; e che