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36 Per esempio, l’elenco dei codici Ambrosiano-bobbiesi redatto dal Sekhass (1. e, p. 64-66) e che ne numera 71, deve portarsi a 73, lioventlosi ajrginnijere due altri manoscritti, che or stanno sotto le seijnature ambrosiane: I, 246, Inf. e Q. 32. A ciascuna di ijucste segnature risponde una miscellanea della di cui varia composizione non voglio né devo qui occuparmi, limitandomi a dire lo stretto necessario degli elementi che provengono certamente da Bobbio, provenienza sfuggita ai cercatori di cose bobbiensi e che non ho jiotulo indicare ad altri, perchè io stesso ignoravo.

Ailunque nel foglio 4 del cod. O. 32, sotto la segnatura solita a’ codici bobbiesi e della solita mano: Libcr Sdì coluìiibani de bobio, comincia un trattato che la rubrica annuncia cosi: Incipit tradaius JMagistri G. perffiuiirtisis contra catharos ci pasatios iti quo conivi cofifmidit crrorcs aucioritatibiis et arguincntis. E comincia il trattato stesso: Inani quideni ac pernieiosa scolasticarum qiicstionuni subtililatc posiposita, e continua fino al f. 21 dove finisce mutilo: ipsc crai deus adopliiius ci non deus natnralis. Solo (con segno di abbreviazione in lo), col richiamo al principio della pagina che seguiva: diciimts quod super ius. La scrittura occupa un quinterno ed un quaderno membranacei di 0.23 X0.16 circa, divisa in due colonne, di mano del secolo XIV, o delta line del XIII. La confutazione contro i catari e intera, quella contro i passaci o passagini comincia solo alla quart’ultima colonna. Si può dunque dire con tutta sicurezza che è questo il secondo degli opuscoli ambrosiani de’ quali parla il Muratori nel tomo v delle Anliquit. Hai. (col. 150J, non trovati dal Seebass (1. e, p. 63, notali)]; e precisamente quello designato come bobbiese dal Muratori stesso. L’altro opuscolo del Muratori si trova nel cod. Ambros. S. 27.Sup.; ma non è bobbiese, né il Muratori lo dice tale, come sembra credere il sig. Seebass. L’identità del nostro frammento col numero 155 dell’inventario bobbiese (Pevron, op. cit., p. 25) non credo possa essere revocata in dubbio dalle piccole divergenze tra esso e quello che ne da il Muratori. È evidente che que?;ti non vuol darne che un saggio frettoloso, e si sa del resto con che magnifica negligenza da gran signore procedesse talvolta quel vero Creso dei documenti antichi; e d’altronde nell’Ambrosiana dove egli espressamente dice d’averlo trovato, non v’è altro codice bobbiese o non bobbiese, che risponda alle sue indicazioni. Dirò piuttosto che, a mio avviso, nello stato attuale, cioè di miscellanea, il cod. Q. 32 si trovò anche a Bobbio. Tutto lo dice a chi guarda il codice, tranne i fogli di risguardo, aggiunti, si vede, qui; e l’inventario del 1461 mi sembra lo lasci abbastanza intendere mentre nota: «In hoc volnniinc in/rascripta contincntur videlicet: /§$. G. pergavtensis Iraclalus conlra palliar cnos et pasagios ittcoinplclus. Ed qucdavi alia. Salis parvi voi. Invece nulla dice quando precisamente esso sia venuto all’Ambrosiana, senonchè la presenza