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prendersi nell’inventario stesso. Intanto certa cosa è che la Universitaria di Cambridg-e è da aggiungere alla lista già abbastanza lunga dei luoghi fra’ quali andarono dispersi i codici bobbiesi (cfr. Gottlier in Ccnlralblatl fiìr Bibliothckemvcsen, i<St,>7, p. 446 e segg.; ma anche O. von Gebhardt, 1. c. p. 6S e seg., e Skehass, ibid., 1. e. iii, p. 76 e segg.). Una carta geograiìca facilmente venuta dal monastero di Bobbio dice il Pevron d’aver veduto nella biblioteca di Parma (op. cit., p. 173). Giova qui ricordare che alla biblioteca dei benedettini di Parma migrarono pure due volumi del Carisio, due volte, nel 17S3 e nel 1792, abbate di S. Colombano (ibid., p. xv). Un’altra biblioteca accenna il Pevron (ibid., p. 2011, ma non nomina, come detentrice di un codice certamente bobbiese delle Sentenze di Isidoro e portante il numero di inventario 99. Tanto più strano appare che sotto tal numero egli descrivesse (1. e, p. 195 e segg.) il cod. ambrosiano C. 77.Sup. già bobbiese sotto il numero 5S (benchè non risponda al 5S dell’inventario) che il Peykon stesso accenna (1. e, p. 201) e chiaramente si legge al f. 5 del codice ambrosiano. È scambiando il 5 per 9 che il Reiffekscheid: iBihliothcca Pairuiii latiuonnii i/alìca, II Bd., Wien, 1871, p. 71) lo dà per scritto sotto il numero 98; scambio occorsogli anche a proposito del codice ambrosiano D. 519 Inf. già bobIjiese 51, (cfr. Seeiìass 1. e, p. 64, nota (i)), dove nello scambio gli tenne poi dietro il Gottlieb (1. e, p. 458).

Si sarebbe tentati di identificare l’Isidoro dell’anonima biblioteca del Peyrou con l’Isidra’o ’oubbiese che il Gottlieis diceva ancora appartenente alla raccolta Morbio (Centralblail, f. Biv., 1887, p. 4461, e senza dubbio è cpiello che comparve con altre preziose cose (p. es. un frai>inc7i/iiin gromaticoruvi) sotto il n. 479 del catalogo redatto per la vendita di quella raccolta fatta da List e Francke a Lipsia, a’ 24 e segg. di giugno del 1889. Ma il Meyer, che i:)er quella parte redige il catalogo, dice: Isidori Origines; il Peyron invece: Isidori senieniiarum libros tres. Uno scambio da parte del Peyron non è impossl’ile, tanto più che parla di cosa veduta altrove e, pare, per sola reminiscenza.

Sarebbe ad ogni modo molto utile il sapere precisamente dove è andato a posare il prezioso volume, che il eh. Dolt. L. Frati (/ codici Morbio della R. Biblioteca di Brera, Forlì, 1897, p. 9) dice passato in proprietà privata per 2050 marchi; nè più si dice là donde sembra attinta questa notizia {Ccntralblatt f. Bw., vi, (1889), p. 376). Come si vede, vi sono ancora dei desiderata, e non aveva tutti i torti I’Ottino di domandare, ancora nel 1890, {Giontale di Erudizione, voi. II (1S90), ]:>. 257): Oltre la ’aticana di Roma, l’Ambrosiana di Milano e la Nazionale di Torino, quale altra biblioteca pubblica o privata, italiana od estera,, possiede codici o frammenti di codici già appartenenti al celebre monastero di S. Colombano in Bobbio.