Pagina:Ratti - Biblioteca e archivio di S. Colombano.djvu/48


— 38 —


33 Corto lllitler era od ò il nome di molte famiglie inglesi, ed anche cattoliche, dalle qnali uscirono anche al jnincipio di (|uesto secolo uomini abbastanza insigni. I nostri documenti hanno lllitZ/ler; ma credo elle i|ueH7/ sia slata messa lì, come si metteva in iirot/zonotaro e in protZ/omartire, quasi a mettere in maggior rilievo l’origine straniera della parola. E infatti il sullodato monsignor Bobbi, vicario generale di Bobbio, mi assicurava che quel nome è lassù allatto estraneo e sconosciuto, anche per quanto risulta da’ registri.

34 L. Delisle:, Caòiticf des 3fatinscrils li, p. 341, segnala due codici conie provenienti da Bobbio il 13246 ed il 1359S mss. lat.; ma poi chiudendo la descrizione del jirimo (1 e. IH, p. 225), dice che non direttamente da Bobbio, sibbene dall’abbazia di S. Germain des Près esso è jiervenuto alla Nazionale. La stessa -via tenne il cod. 1359S (Cfr. P. E. Peyol, Descriptions bibliographiques des manuscrits.... du livre De imitatione Christi. Paris 1.S9.S, p. 115 e segg). Un illustre codice bobbiese è nella Nazionale di Napoli; ma come vi pervenisse da molto tempo avanti dice il Gehbardt (1. e, p. iS e segg.); il quale dice pure del manoscritto bobbiese di Wolfenbiìttel (1. e, p. 62 e segg.) testè descritto ed illustrato da O. v. Heinemann {Katalos; der Handschriflen der herzogl. Bibliothck zu Wo/Jeubi’iiiel, voi. VI, X’olfenbiìllel, 189S, p. 124 e segg.) il quale ne ritesse (p. 128) le vicende. Due codici bobbiesi sono conservati nella Biblioteca Palatina di Vienna, ma non direttamente da Bobbio sibbene dal monastero napoletano di S. Giovanni di Carbonara li dice venuti I’Endlicher: (Catalogus codicum p/iilofiicorwn laiinorum Eibliotccae Palatinae ]’iiidobonensis. Vindobonae, 1836, p. 215 e 224) al quale rimandano le Tabulae codicum marni scriptorum, ecc. (Vindobonae 1S64, p. 2 e seg.j. Dell’epoca della venuta non si parla nei luoghi citati, ma il Gebhardt d’uno dei due codici viennesi (1. e, p. 54 e segg.) mostra che già fin dai primi anni del secolo XVI avevano abbandonato la biblioteca di S. Colombano. Quanto al codice dell ’Escuriale che si vuole bobbiese (cfi’. Nctics Archiv.f. ci. d. Gk., V, p. 6221, esso fu comprato a Pavia nel 1521.

35 Lo segnalava il eh. Dott. H. Schenkl come esistente in quella Biblioteca Universitaria sotto il n. 3334 {Dibliotheca Patruin Latinorum Britannica, ir Bd, I Abth, Wien, 1897, p. 79): 3334, s. xv. Ejnstolarium (Liber S. Columbani de P>obio). L’inventario pubblicato dal Peyron (op. cit., p. 52) tra i volumi ad cultum divinum sive ad chorum pertinentia registo tre epistolaria; ma antiqua li dice il titolo comune; anticum ciascimo è detto nelle brevi descrizioni, e di più portavano i numeri d’inventario 23, 24, 25, numeri non sempre, ma di regola riportati nell'inventario dai codici stessi. Mi par quindi più probabile che l’epistolario di Cambridge sia di quei codici, ai quali accenna il Peyron (1. c., p. XXXI, nota (I), tanto recenti, che non poterono com-