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siamo esimerci dal pubblicare il sonetto. E non avendo potuto ieri, lo facciamo oggi.
GIOSUÈ CARDUCCI.
Testa irsuta, ampie spalle, ibrida e tozza
Persona, in canin ceffo occhio porcino,
Bocca che sente di fiele e di vino,
Se biasma, onora; quando loda, insozza;
Mevio da un soldo, Orazio da un quattrino
Che ad arte di mosaico i versi accozza,
Or Cerbero che i re squarta ed ingozza,
Or di gonne regali umil lecchino;
Tal è costui, che la musa baldracca
Sbuffando inchioda ed inquinando ammazza
Sopra a latina prosodìa bislacca.
La Fama, che con lui fornica in piazza,
Posto il trombon fra l’una e l’altra lacca,
Ai quattro venti il nome suo strombazza.
Mario Rapisardi.