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bile sui Bozzetti Militari o sopra l’Amore bendato.

Il signor Lodi è padronissimo di pensarla come meglio gli piace intorno al valore dei nostri autori più simpatici e più stimati, ma crede bastino a demolirli d’un tratto dei perioducci come questi?

Quel cenacolo che fece reputazione di critici al Filippi, al D’Arcais, al Bersezio, che si cibò del lattemiele del Giacosa, coi pasticcini del Farina, colla spuma d’ovo tutta colla di Parigi del Fortis, che diè a intendere di ubbriacarsi collo champagne falsificato, vino d’Asti di seconda qualità, che mussava mercè l’orzo e lo zucchero marcito, delle commedie del signor Ferrari?

La critica del signor Lodi si riduce ad affermare, unicamente ad affermare. Ma con permesso, dove sono le prove? Come vuole il signor Lodi che gli si creda sulla parola?

A me è sempre parso che non basti dire la «tal cosa è brutta» ma che debbasi dimostrare che la è brutta veramente e, fermo nella mia opinione, non trovo un libro serio questo su Lorenzo Stecchetti.

Trovo invece che è un libro scritto con ran-