Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Quinci e quindi a una ringhiera
Ferrea stanno in voto appesi
Pinte immagini di cera,
Volti smunti e cori accesi.
Ecco, il pio sciame s’addensa
Mormorando al biondo altare:
Che fragor, che folla immensa
Pajon pecchie all’alveare.
Ma la Dea ch’odia il fracasso,
Sul nasin l’indice pone,
Poi comanda: Senza chiasso
Dica ognun la sua ragione.
Allor trepida e con gli occhi
Bassi, e pria fatto un saluto,
Appoggiando un dei ginocchi
A un guanciale di velluto,
Una parla: Se ti piaci
Di vegliate illustri carte,
Della musa io t’offro i baci,
T’offro i regni ampj dell’Arte.