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Tu, poi che breve è il tramite
Che a noi quaggiù si addita,
Per gran desio di vivere
Primo ne insegni a dispregiar la vita.
O quei su tutti avventuroso, a cui
Dato è in un fin confondere
La propria e l’altrui sorte,
E la vita e la morte
Dar per sua gloria e per la gloria altrui!
Merto verrà di gemina
Ghirlanda a le sue chiome,
E le sue case, o il tumulo,
Sante saranno, e sempre vivo il nome.
Noi, se grazia di riso unqua ne venne
Dall’Arte nostra, supplici
Chiediam, che ne circonde
Una modesta fronde
Pria che vita da noi spieghi le penne
Quando su noi la rigida
S’asside ombra funesta,
Nè chiaro suon di plausi,
Ne fragor di trionfi il cener desta.