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RITRATTO
Ella sfugge, volubile domatrice di cori,
Alla matita: sotto gli sguardi osservatori
Si tramuta il suo corpo proteiforme; e in quella
Che ne ritrai la nitida fronte e le bionde anella
D’angelo e il flessuoso fianco di greca dea,
L’angelo si fa dèmone; la donna ecco è un’idea.
I contorni dell’anima sua mobile e profonda
Si perdono qual mare senza riva né sponda:
Sopra, l’abisso azzurro; sotto, l’abisso nero;
Tutt’intorno una luce in cui regna il mistero.
Nel cielo dell’amore, come in sua propria reggia,
Questa sfinge, da Edipo non vinta mai, passeggia.
In giro a lei si svegliano anatemi e preghiere,