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Sdegnoso allora o mesto
Della fuggita immago,
Al cheto asil modesto,
Ond’era pria mal pago,
Volge il pensiero, e trepido
Là su la soglia mira
Di due vecchi una candida
Coppia che a lui sospira,
Mentre a la siepe brulla
Al noto orto da canto
S’affaccia una fanciulla
C’ha dentro agli occhi il pianto,
E con l’errante nuvola
Ch’òmbra il solingo piano
Manda saluti e lacrime
All’amor suo lontano.
Oh, tu da ver beato,
Se da’ fallaci sogni
Stanco a la fin, l’amato
Lare tranquillo agogni;
E, fatto all’alma docile
D’esperienze usbergo,
Volgi a l’ambigua illècebra
D’avare sfingi il tergo!