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E corro ognor. Ma tu chi sei che tanto
Tieni di lei, che sì m’affanna e tira,
strana forma di riso e di pianto,
Viva fragranza ed armonia di lira?
Tanto sole hai sul crin, tanta negli occhi
Parte di ciel, tanto silenzio intorno,
Che ogni cosa mortal par non ti tocchi,
E sia tutto fra’ sogni il tuo soggiorno.
Deh, rispondi, in pietà! Tu, che del regno
Dell’eterna beltà sei cittadina,
Di’: verrà giorno che di lei sia degno?
Qual premio o pena all’amor mio destina?
Io, perchè giunga a lei, perchè dei cari
Labbri udir mai dolce una voce io possa,
Varcherei monti e boschi, abissi e mari,
Calpesterei dei miei morti la fossa!
Parla, in pietà! Della tua voce indegni
Questi pajono a te lidi terreni?
O amor, che le più schive anime regni,
Dammi il tuo vol, dammi un tuo raggio, e vieni.