Pur di’: mestizia o riso,
Iride o lampo è questo
Che ti guizza nel viso?
Vi tal raggio o funesto
Sei tu per noi? Ti bollono
Chiuse nel sen le avare
Febbri del mondo, o gelido,
Come un idol di marmo in su l’altare,
Vive il tuo cor? Di noi
Che ti ronziam da lato
Dotti e patrizj eroi
Piangi o sorridi? Ingrato
Peso è per te quest’umile
Vita, o piacer? Divine
Voluttà provi o tedio,
Se baci il capo delle tue bambine?
Nol so; ma allor che intento
Io siedo a te da presso,
Sotto al tuo sguardo sento
Mutar tutto me stesso;
Ed or sorgo, e con l’anima
Vasta il ciel vasto abbraccio;
Or, d’ogni altezza immemore,
Chino la fronte e nel mio nulla io giaccio!