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Volto che piange il dubitante amico,
Io deserto così, così dolente
Mi travaglio nell’alma, or che lontano
Dai pietosi occhi tuoi, riveggio il nero
Limitar della mia stanza campestre,
E solingo m’aggiro ove altra cosa
Che ti guardi non è, tranne il cor mio.
O mio diserto amor, fu dunque un vòto
Sogno la mia felicità? Ben sento
Sovra la bocca mia qualcosa io sento
Che di te mi favella; odo nei santi
Penetrali del cor la tua promessa;
Arde, sol ch’io ti nomi, arde il mio sangue
Un dolce, indefinito impeto, e come
Dolorosa armonia dentro mi piange
Tutto l’affanno dell’estremo addio.
O mio lontano amor, no, non fu vòto
Sogno la mia felicità! Con queste
Derelitte mie braccia io tante volte
La tua snella persona al cor mi chiusi;
Con queste labbra mie bevvi la vita
Che spremea dalle tue labbra l’amore;
E il languir dei tuoi grandi occhi, e i sorgenti
Ai sussulti d’amor veli negletti
Con questi occhi mirai ch’or apro al pianto.
O lontano amor mio, ricordi i giorni