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A te, come il nocchier le tende al porto;
Schiudo l’anima a te, come alla pioggia
S’apre la terra, il fiore a la rugiada,
La notte agli astri e il duro verno al sole.
Vieni, ah vieni al mio cor, tergi il mio pianto
Speranza unica mia. Finchè a me splenda
Raggio di Sol negli occhi, entro al mio petto
Splenderan gli occhi tuoi; stanche d’amplessi
Le mie braccia cadran, quando all’amplesso
S’apriran de la morte, e freddi a un tempo
Taceran le mie labbra e i baci miei.
Vieni, ah vieni al mio cor, tergi il mio pianto,
Compagna unica mia! Da questi lidi
Ricchi di fior’, ma di bei sensi avari,
Moverem lungi un dì, moverem soli
Coi nostri affanni e il nostro amor! Vedrai
Quanto dell’ire altrui, del soffrir mio
Dispregio io serbi; e che fra tanti affanni
Sol non avrò questa virtù perduta
Di portar l’amor mio nell’urna invitto.