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A GISELDA
Col raggio dei veglianti astri, col raggio
Della candida luna, io ti saluto,
Dolce sospiro mio! Veglian le stelle
Come l’anima mia; scema è la luna,
Come la fronte della mia speranza.
Pur benedetto il dì che dentro al core
Palpitommi il tuo sguardo, e benedetta
La furtiva parola e il bacio primo,
Che di perpetuo amor l’alme ne avvinse,
E benedetti ad uno ad un gli affanni,
Ch’io per te soffro e soffrirò! Tal cosa,
Cara, tal cosa è l’amor mio, che nullo