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Ma allor che sulla bocca
T’arde, qual raggio d’iride,
Un sorriso gentil,
Amor, che i dardi scocca,
L’anime accende, e il fremito
Sente la terra del fiorito april.
Così tu regni. Poco
È al tuo possente imperio
Lo spazio e l’avvenir;
Son tuo trastullo e gioco
Gli astri, gli abissi, i secoli,
L’albe e i tramonti, il vivere e il morir!
Salve! Dal carcer nero
Ove, superbi Enceladi,
Veniam teco a tenzon,
Al tuo nume severo
Prostro io la faccia, e trepida
Alzo la voce della mia canzon!
Salve! Se lieta e pia
Mai concedesti all’italo
Genio un tuo raggio sol,
Or dà’ che questa mia
Patria il fulgido
Serto e il novo pensier liberi a vol.